Spirits in the Forest





Questo è il nome del docufilm sui Depeche Mode di Anton Corbijn, regista e fotografo olandese, il quale ha già lavorato precedentemente con Dave Gahan e soci.
Il film sarà disponibile nelle sale oggi 21 novembre 2019 e domani 22 novembre 2019 ed io ho avuto il piacere e l’onore di vederlo in anteprima.
Un docufilm che è magia, come è magia quella che i Depeche Mode creano ogni volta durante i loro show.
In questo film non è la vita dei DM sotto i riflettori, non lo sono i loro spettacoli, anche se alcuni pezzi live, registrati durante il concerto del 25 luglio 2018 al Waldbühne di Berlino, durante il Global Spirits Tour, vengono proposti per fare da scenografia a sei perfetti sconosciuti.
Una ragazza che vive con sua nonna in Mongolia che, con non poche difficoltà, ha lasciato a casa da sola per andare a Berlino per il concerto del suo gruppo preferito.
Un ragazzo rumeno, fotografo e appassionato di musica occidentale che quando era più giovane trovava con difficoltà, e che insieme ad alcuni amici decisero di tradurla per capire al meglio cosa ascoltassero, imbattendosi nei DM.
Un altro ragazzo brasiliano che ha dovuto lasciare la sua terra ed andare a Berlino per essere libero di essere quello che è, e che l’ha scoperto anche grazie a loro.
Una donna francese, che a 25 anni ha avuto un incidente in cui ha perso completamente la memoria ma non le canzoni dei Depeche Mode e che si è dovuta ricostruire tutta una vita.
Un padre colombiano che vive lontano dai suoi figli a cui ha fatto ascoltare da sempre i Depeche e che con loro ha anche creato una cover band, in cui suonano strumenti di ogni tipo.
Ed infine una donna americana che ha combattuto contro un tumore al seno e che grazie alla musica dei Depeche ha potuto viverlo in maniera più leggera.
Sono questi sei fan i veri protagonisti, sei persone che arrivano da diverse parti del mondo, sei anime che si sono incontrate ed hanno condiviso le loro storie, le loro vite e soprattutto la loro passione: i Depeche Mode.
Le immagini e le vite dei protagonisti si incastrano alla perfezione e Corbijn in questo è il migliore al mondo.
Ognuno di loro li ha conosciuti, li ha amati per svariati motivi, ma ognuno di loro è stato salvato come solo la musica sa fare.
Ogni canzone che i Depeche Mode hanno scritto, hanno cantato, loro sanno che è stata fatta anche per loro.
Perché i DM sanno fare questo, sanno trasportarti nel loro universo e che quando ci sei dentro sai che non lo lascerai mai più.

“I Depeche sono una chiesa, dove ognuno può trovare la sua luce,
un principio di redenzione o, nel migliore dei casi, il suo
Personal Jesus
(frase tratta dal docufilm)


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